L'argomento di oggi, proposto da Priel, riguarda la capacità di dire di 'no' alle proposte collaborative e commerciali che riceviamo.
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Federico condivide un ricordo doloroso. Quando, un po' di anni fa, ha accettato di lavorare come digital strategist in una start up: una proposta che non poteva non accettare. Dopo un anno di esperienza piena di difficoltà, però, ha scelto di chiudere il rapporto. La motivazione che si dà ancora oggi è che "non era pronto".
Enrico condivide un'esperienza dell'anno scorso: un proposta collaborativa di un professionista per creare contenuti con una finalità di convergenza collaborativa in ambito formativo. Con entusiasmo e con la fiducia verso quella persona, Enrico ha accettato. Dopo pochi mesi, però, ha deciso di interrompere il rapporto.
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"Ma come si fa a dire di no?" chiede Priel.
Federico sostiene che la percezione dell'abbondanza di opportunità aiuta a sviluppare una capacità di dire di no. Pensare invece che siano pochissimi i treni che passano, ci porta a dire di sì anche se quando siamo convinti della proposta.
Ricorda poi che, dopo aver chiuso l'esperienza digitale, ha deciso di rimettersi in carreggiata cambiando totalmente mestiere: facendo per un breve periodo il fioraio.
Enrico ricorda di avere una tendenza ad "aprire più porte", ma di aver anche cambiato negli ultimi anni la sua personale capacità di fare domande alle persone che gli propongono di collaborare all'interno di progetti o di offrire dei servizi. Questo segna un cambiamento di pensiero e di atteggiamento.
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"C'è un momento, invece, in cui è bene dire di sì?" chiede poi Priel.
Federico sostiene che il momento giusto è quando abbiamo voglia di fare qualcosa di nuovo e abbiamo paura di farlo.
Enrico sostiene che il momento giusto per dire di sì è quando intravediamo un margine di errore (cioè di sbagliare) e abbiamo tempo da dedicare.
Priel aggiunge che, quel tempo, dobbiamo decidere di dedicarcelo. Perché non esiste a priori. Esiste soltanto nel momento in cui lo creiamo noi stessi.
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